Soc. Agricola
Orto.Be.Mar. s.s.di
De Vincentis Giammarco e Quinto 67058 San Benedetto dei Marsi (AQ) Tel.
e Fax
0863.867806 Cell 348.3825993 - 335.6100814
a
Orto.Be.Mar.
nasce negli anni settanta,
ed è la continuità di una tradizione familiare, iniziata circa
50 anni fa da Colvinio De Vincentis e oggi proseguita dai figli
Giammarco e Quinto che hanno dato seguito al
confezionamento e al commercio dei prodotti orticoli.
Siamo a San Benedetto dei Marsi in
provincia dell'Aquila-Siamo
produttori e confezionatori di carote IGP, in grado di fornire in
tutto il territorio nazionale, i mercati , i supermercati, le
piattaforme per la grande e piccola distribuzione e la IV gamma.
Coltiviamo i nostri prodotti, seguendo le norme di autocontrollo
HACCP. Dopo la raccolta le carote vengono trasferite nei nostri
magazzini e dopo il lavaggio, selezionate manualmente per essere poi
confezionate, secondo le esigenze della nostra clientela.
Vi
proponiamo solo carote di qualità, per info tel.
348-3825993
La Piana del Fucino, un bacino di 14.000 ettari fiancheggiato da alte cime
appenniniche. L'ampia conca del Fucino era un tempo ricoperta dalle acque dell'omonimo
lago, che nel 1870 venne prosciugato e quindi bonificato ad opera del principe Alessandro
Torlonia.
Quella del Fucino è una terra "giovane", resa fertile dalla grande quantità di
humus creata nel corso dei millenni dalle sostanze organiche depositatesi sul fondo del
lago. In quest'area si contano ben 10.000 ettari di colture orticole che arrivano sulle
tavole di tutta Italia e non solo. Carote, finocchi, radicchi, bietole, indivie, pomodori,
cavoli e cavolfiori alimentano in parallelo anche una fiorente industria di
trasformazione. Alle carote in particolare è riservata una superficie di 2.500 ettari che
conferiscono annualmente tra 1.500.000 e 1.800.000 quintali di prodotto, pari al 30% della
produzione nazionale di questo ortaggio. La notevole fertilità del terreno arricchisce
lortaggio di un elevato contenuto vitaminico e proteico.
La carota è una pianta erbacea originaria delle aree temperate europee (secondo alcuni il
luogo di origine di questa pianta è l'Afghanistan). La varietà selvatica della carota
era nota a greci e romani, che ne iniziarono anche la coltivazione. In seguito si è
diffusa in tutta Europa. La varietà attualmente coltivata è la Daucus carota. La carota
è un ortaggio molto ricco di caroteni, sostanze che l'organismo utilizza per la
produzione di vitamina A. La vitamina A è importante per diverse funzioni dell'organismo,
particolarmente per la funzione visiva.
Il Beta Carotene (Vitamina A) è necessario per la corretta crescita e riparazione dei
tessuti corporei; aiuta a mantenere pelle liscia e morbida e sana; aiuta a proteggere le
mucose della bocca, del naso, della gola e dei polmoni, riducendo così la suscettibilità
alle infezioni; protegge contro gli agenti inquinanti (azione antiossidante contro gli
effetti nocivi dei radicali liberi); contrasta la cecità notturna e la vista debole, ed
è quindi fondamentale per una buona vista; e aiuta nella formazione di ossa e denti.
L'attuale ricerca medica dimostra che i cibi ricchi di Beta Carotene aiutano a ridurre i
rischi di tumore ai polmoni ( soprattuto nei fumatori che 'bruciano' letteralmente molta
vitamina A) e certi cancri della cavità orale. A differenza della Vitamina A estratta
dall'olio di fegato di pesce, il Beta Carotene non è tossico.
Una alimentazione ricca di grassi, il lavoro davanti al computer o con luce artificiale,
l'inquinamento, il fumo di sigaretta ed altri fattori, contribuiscono a provocare un
aumentato bisogno di vitamina A e betacarotene. Lo stesso discorso vale per le persone che
passano molto tempo davanti al televisore. Una carenza di Beta Carotene può risultare in
diminuzione della visione notturna, aumentata suscettibilità alle infezioni, pelle secca
e squamosa, perdita dell'appetito e dell'olfatto, stanchezza frequente, assenza di
lacrimazione, denti difettosi, e ritardata crescita delle gengive.
La produzione della carota nel Fucino
Le medie annuali delle superfici caroticole rilevate in ciascuno dei 5
periodi statistici a partire dal triennio 1985/87 e fino al quinquennio 2003/2007 sono
indicati in tabella n.1 il cui grafico ne espone lievi ma costanti contrazioni con
linizio dal terzultimo periodo statistico.
Tabella n.1
quinquenni
carota
ha
%
(1)
85/87
2158,39
16,49
88/92
2654,06
20,28
93/97
2252,17
17,21
98/02
2155,76
16,47
03/07
2135,32
15,64
1958/07
2307,72
17,63
Lentità delle 5 superfici massime e delle altrettanti superfici estreme minime e
accertate dal 1985 al 2007 sono esposte in tabella n.2 . Vi si osserva che la media delle
superfici massime ha inciso in ragione del 20,68% sui 13087 ha di seminativi
comprensoriali. Nel mentre lanaloga media delle 5 superfici minime vi ha inciso per
appena il 14,62%.
Tabella n.2
Superfici
Superf.
media
Superfici
1985
2005
minime
anni
ha
%
anni
ha
%
1999
2530,10
19,33
2001
1651,30
12,62
1992
2628,54
20,09
2003
1905,40
14,56
1989
2687,48
20,54
2005
1945,40
14,87
1988
2806,44
21,44
1985
1973,56
15,08
1991
2877,80
21,99
1996
2092,60
15,99
media
2706,07
20,68
2307,72
17,63
media
1913,65
14,62
Nelle aree di
produzione Dai dati esposti nella sezione A della successiva tabella n.3 può rilevarsi
come larea di Celano-Aielli-Cerchio primeggi sulle altre per i suoi 535 ettari
annualmente occupati dalla carota dal 1985 al 2007 seguita, con una differenza di poco
meno di 10 ettari annui, dallarea del Bacinetto. Lultimo posto della
graduatoria è invece occupato dall area di Luco dei Marsi in quanto caratterizzata
dalla modestissima media di appena 69 ettari annui.Tabella n.3
Tabella n.3
A graduatoria delle superfici
Ha
Ha
%
Celano
2800
535,39
19,12
Bacinetto
2084
526,72
25,27
Avezzano
2678
364,91
13,63
Ortucchio
1480
320,61
21,66
Trasacco
1670
236,89
14,19
Pescina
851
228,19
26,81
Luco
1524
69,54
4,56
Fucino
13087
2288,25
17,44
B graduatoria per valori %
Ha
Ha
%
Pescina
851
228,19
26,81
Bacinetto
2084
526,72
25,27
Ortucchio
1480
320,61
21,66
Celano
2800
535,39
19,12
Trasacco
1670
236,89
14,19
Avezzano
2678
364,91
13,63
Luco
1524
69,54
4,56
Fucino
13087
2282,25
17,44
Nella graduatoria della sezione B della
stessa tabella n.3 il primo posto risulta occupato invece dallarea di Pescina-San
Benedetto dei Marsi in virtù del 26,81% della sua superficie areale annualmente riservato
allombrellifera in esame.
Segue larea del Bacinetto che conserva il secondo posto anche in questa graduatoria
mentre ancora una volta larea di Luco dei Marsi si rivela la meno interessata alla
coltivazione dell ombrellifera.
La conferma dei precedenti dati può aversi dagli istogrammi desunti dalla tabella n. 4 ed
elaborati per i soli 3 periodi statistici 1985/87 , 1993/97 e 2003/07.
Tabella n.4
La carota dal 1983/1987 al 2003/2005
Periodi Statistici
aree
1985/87
ha
1988/92
ha
1993/97
ha
1998/02
ha
2003/07
ha
Bacinetto
550,21
588,18
446,43
507,10
535,04
Trasacco
447,67
269,69
206,40
180,38
158,50
Ortucchio
414,01
415,08
224,88
288,90
278,40
Celano
323,68
633,81
580,85
536,48
526,58
Pescina
245,26
255,52
182,56
187,38
267,94
Avezzano
98,01
404,26
526,69
407,04
314,16
Luco
79,55
87,52
84,38
48,48
54,70
Fucino
2158,39
2654,06
2252,17
2155,76
2135,32
Vi si rileva come le coltivazioni caroticole abbiano occupato superfici annue
costantemente elevate nellarea del Bacinetto, decrescenti nelle aree di Trasacco e
di Ortucchio, crescenti nelle aree di Avezzano e Celano, pressoché costanti nelle aree si
Pescina-San Benedetto dei Marsi e Luco dei Marsi.
Aspetti agronomici
In altra parte è stato riferito che i primi campi di carote risalgono alla fine degli
anni cinquanta e vennero attuati nellarea di Ortucchio dallallora Ente di
Riforma Agraria.
Contestualmente a dette prove, alcuni agricoltori di Gioia dei Marsi ritennero di
dedicarsi anchessi alla coltivazione delle carote avendone, per i primi nel Fucino,
intuite le prospettive commerciali . I problemi di fronte ai quali si trovano furono
quelli: del dove reperire il seme; del come e del quando attuare gli interventi colturali;
a chi vendere il prodotto finale.
Quando la meccanizzazione agricola era ancora limitata alle sole operazioni di aratura, la
semina delle carote veniva effettuata a spaglio analogamente a quanto , in
tempi lontani, si usava fare per il grano. Ma adottando laccorgimento di mescolare i
piccolissimi semi con ceneri , o segatura, o sabbia, e,talvolta, anche con il perfosfato
minerale. Terminato lo spargimento, si provvedeva a ricoprire il seme con passaggi di
erpici a catena a trazione animale.
Ad avvenuta emergenza delle piantine veniva effettuato il diserbo manuale unitamente al
diradamento delle piantine: un lavoro demandato alle donne locali e consistente nel
percorrere in andata ed al ritorno, ricurve e inginocchiate, campi tutti di 250 metri di
lunghezza.
Alle semine meccaniche si giunse dopo pochi anni ricorrendo allutilizzazione delle
tradizioni seminatrici del grano non senza avervi prima apportate modifiche finalizzate a
d assicurare la caduta dei semini anche in siffatti casi mescolati a materiali
polverulenti entro stretti solchi distanziati di circa 40 centimetri luno
dallaltro.
Le raccolte iniziavano alla metà di settembre e venivano attuate da uomini, impegnati ad
affondare nel suolo i forconi a cinque punte per poi sollevarli colmi di
radici variamente interrate, a da donne preposte a scollettare le radici da
deporre direttamente in bins o sacchi.
Nella primavera del 1979 arrivò la prima seminatrice realizzata per i semi di carota. Era
provvista di 6 piccole tramogge, ognuna dotata: di un sistema regolabile per la
fuoriuscita dei semini; di un tubo verticale con terminale realizzato in modo da favorire
il cosiddetto mini spaglio dei semi entro solchi di circa 6 cm di larghezza e
distanziati di 40 cm luno dallaltro. A trainarla, era sufficiente una
trattrice di 25/30CV con carreggiata di 2 metri purchè dotata di gomme di piccole sezioni
peraltro poco diffusa in quei tempi.
Fu un successo che diede origine al rapido moltiplicarsi di seminatrici sempre più
tecnologicamente progredite soprattutto nei sistemi di regolazione del numero sia dei
semini per unità di superficie, sia delle file da formare nellambito delle
carreggiate di 2 metri di lunghezza.
Una recente innovazione è stata quella della formazione di solchi binati con la
prospettiva di conseguire maggiore uniformità nel calibro delle radici.
Al fine di anticipare la raccolta delle carote tra la fine di giugno e gli inizi di luglio
con la conseguente possibilità di attuare , sulla stessa superficie, una seconda
coltivazione orticola da alcuni decenni è andata diffondendosi la pratica di
seminare le carote tra la metà di febbraio e la fine di marzo su suoli già arati,
fresati e rullati nel tardo autunno. A semine completate, vi si distende un telo bianco
noto come Tessuto Non Tessuto (TNT) impiegando, a tal fine, una trattrice
dotata posteriormente di un cilindro con arrotolato il telo da distendere sul suolo già
seminato.
Un innovativa raccolta delle carote, praticata, al momento, in pochissimi campi,
consiste nel raccogliere le radici unitamente ai rispettivi steli fogliari per poi
formaremazzetti da immettere sui mercati dopo essere stati lavati presso
una qualche struttura industriale a ciò attrezzata.
I dati sopra riportati sono stati forniti dall'agronomo
dottor. Gabiele De Marinis